Dopo oltre trent’anni di studio e di continuo sviluppo di identità su misura per aziende di qualsiasi estrazione finanziaria e settore merceologico, mi trovo a riflettere sulle ossessioni diffuse nel mondo degli affari. Mi chiedo perché, nonostante il tempo trascorso e l’evoluzione del panorama aziendale, persista l’ossessione di vendere, di essere considerati semplicemente come commerciali. Perché c’è una riluttanza a sviluppare e mantenere in casa processi organizzativi sia operativi che tecnologici, quando possibile, invece di affidarsi sistematicamente a esterni che minano l’identità stessa dell’azienda?
Ciò che distingue un’azienda dall’altra, se le filiere vengono esternalizzate? È il brand? Ma come si può costruire un marchio senza una solida base di competenza reale? Questo approccio, forse, ottimizza i costi a breve termine, ma migliora davvero i risultati finanziari nel lungo periodo?
Ribadisco che è essenziale comprendere che limitarsi a essere solo una forza vendita può appiattire e rendere pericoloso il futuro dell’azienda. Perché scegliere tra esternalizzare o mantenere i processi internamente? Per i costi? Per la qualità? Ma se tutto viene delocalizzato, si perde inevitabilmente il controllo.
È come consegnare la gestione della propria posta a luoghi diversi nel mondo e poi chiedersi perché fa parte dell’organizzazione e del business.
Credo fermamente che sia fondamentale, quanto possibile, avere processi di proprietà e scalabili, dall’operativo al mondo IT, all’interno della propria azienda. Solo così si può garantire un controllo effettivo e una crescita sostenibile nel lungo termine.